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Il ghiacciaio occidentale di Montasio in 3D.

Aggiornamento: 16 giu 2021

Tre gruppi di ricerca in glaciologia della regione FVG uniti per il raggiungimento di questo obiettivo


L’Occidentale di Montasio (Figura 1) è, a rigore di definizione, l’unico corpo glaciale delle Alpi Giulie a mantenere caratteristiche di piccolo ghiacciaio montano. La presenza di Randkluft e Bergschrund (le crepacciate nella parte alta del cono glaciale a contatto con la parete rocciosa e subito a valle di essa) oltre ad alcuni crepacci longitudinali che ne palesano la sua dinamica (Figura 2), sono gli aspetti morfologici più evidenti nella sua classificazione e li abbiamo schematizzati in Figura 3.


Figura 1.

Il piccolo ghiacciaio occidentale di Montasio in una foto d'archivio del 27 maggio 2020 con innevamento non particolarmente significativo. Evidenti la possente morena frontale della Piccola Età Glaciale ed il cono valanghivo di accumulo


Figura 2.

Ortophoto della parte apicale del ghiacciaio occidentale di Montasio che evidenzia la Randkluft e le Bergschrund oltre ai primi crepacci trasversali e longitudinali del corpo glaciale. Alla fine della stagione di ablazione 2016, a cui si riferisce questa foto aerea orto-rettificata, la copertura detritica era piuttosto importante su tutto il corpo glaciale


Figura 3.

Schema dei processi e delle evidenze glacio-morfologiche tipiche di un piccolo ghiacciaio montano come quello Occidentale di Montasio


Il 3 giugno scorso, dopo vari rinvii legati alle condizioni meteorologiche piuttosto instabili del mese di maggio, il team, composto da 10 unità (Figura 4), è finalmente riuscito a salire al ghiacciaio per portare a termine un rilievo da tempo pianificato.

In particolare, 3 gruppi di ricerca glaciologica del Friuli Venezia Giulia afferenti al CNR-Istituto di Scienze Polari, all’Università di Trieste (Dipartimento di Matematica e Geoscienze) e all’Università di Udine, hanno unito le forze per portare a termine un rilievo dettagliato del corpo glaciale che permetterà per la prima volta di ottenere un vero e proprio 3D della massa complessiva di ghiaccio.

Alcuni giorni prima, infatti, i due gruppi guidati da Renato R. Colucci (CNR, UniTS) e Federico Cazorzi (UniUD) avevano operato separatamente, rispettivamente su Canin e Montasio, per effettuare i rilievi di bilancio di massa invernale ed ottenere un modello digitale dettagliato della superficie topografica dei due apparati glaciali.


Il 3 giugno, invece, il team elitrasportato in quota grazie al supporto logistico del Servizio Foreste e corpo forestale, struttura stabile centrale per l’attività di prevenzione dal rischio valanga (Gabriele Amadori e Mauro Azzini), ha effettuato rilievi geofisici con il Ground Penetrating Radar (GPR) grazie alla cooperazione del gruppo di geofisica applicata del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste (Emanuele Forte) coadiuvato da Simone Pillon per la parte di supporto al posizionamento e georeferenziazione in tempo reale allo strumento. A rappresentare l’Università di Udine che da diversi anni si occupa delle misure di bilancio di massa sull’Occidentale di Montasio, c’era Jessica De Marco, impegnata in un dottorato di ricerca con il Prof. Cazorzi.

Le operazioni più lunghe e complesse, date le pendenze e le dimensioni dell’antenna da trascinare, sono state quelle relative al rilievo del conoide valanghivo apicale, ma la pianificazione preventiva studiata a tavolino e messa a punto assieme ad alcuni tecnici del CNSAS, ha permesso di operare in sicurezza e raggiungere con successo l’obiettivo preventivato. Si è comunque optato, per motivi di sicurezza, di evitare la zona più elevata in sinistra orografica interessata da frequenti scariche di neve dovute alle alte temperature.

Ora inizierà la parte più lunga e laboriosa del lavoro, quella cioè di elaborazione ed interpretazione dei dati, che permetterà alla fine, però, di ottenere il primo modello virtuale tridimensionale del ghiacciaio occidentale di Montasio, considerato il più a bassa quota di tutto il sistema alpino italiano, oltre che conoscere gli spessori di ghiaccio ancora presenti nel circo glaciale.


Figura 4.

Il team che ha eseguito il rilievo GPR sul ghiacciaio Occidentale di Montasio



Testo e immagini a cura di Renato R. Colucci

CNR-Istituto di Scienze Polari; Università di Trieste-Dipartimento di Matematica e Geoscienze; Società Meteorologica Alpino-Adriatica

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