Sopralluogo al corpo glaciale orientale del Canin, agosto 2025
- Renato R. Colucci
- 21 minuti fa
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L’8 agosto ci siamo recati sul corpo glaciale orientale del Canin per un sopralluogo e per un intervento di manutenzione ordinaria alla strumentazione meteorologica.
Nonostante il mese di luglio 2025 sia stato complessivamente il più fresco degli ultimi dieci anni, quindi ben diverso dagli estremi caldi estivi a cui ci siamo abituati, il corpo glaciale mostra già segni evidenti di sofferenza. La ragione va cercata soprattutto nello scorso mese di giugno, risultato il secondo più caldo degli ultimi 170 anni almeno: il surplus termico accumulato in quella fase iniziale della stagione estiva ha inciso pesantemente sulle condizioni attuali.
Durante l’ispezione abbiamo osservato come, nel settore alto, affiori già parte della copertura detritica che ricopre il ghiaccio sottostante, mentre nei settori centrale e basso si notano ampie chiazze di firn affiorante, che costituiscono la superficie topografica raggiunta nel 2024.

Alla luce di queste evidenze, risulta difficile immaginare un bilancio di massa in equilibrio per quest’anno: è altamente probabile che il bilancio risulterà negativo. Molto dipenderà dall’andamento meteorologico dei prossimi due mesi, che saranno decisivi per tracciare il bilancio definitivo. Di certo, la recente ondata di caldo estremo di metà agosto non gioca a favore della criosfera del Canin.
Un’ultima considerazione riguarda la serie storica delle temperature medie di luglio: la media del 2025, pari a 9,2 °C, appare bassa se confrontata con l’ultimo decennio, ma basta fare un passo indietro agli anni ’90 per scoprire che si trattava di un valore perfettamente normale per quel periodo.

Andando ancora più indietro nel tempo, i dati mostrano come per almeno 130 anni (fino al 1851) le temperature di luglio abbiano oscillato tra i 6 e i 9 °C, con alcune ricorrenti eccezioni alternativamente più fresche o più miti. Alla luce di questo confronto, il luglio 2025, che oggi percepiamo come insolitamente fresco, sarebbe stato in effetti considerato dai nostri nonni e bisnonni un luglio decisamente caldo.
A cura di Renato R. Colucci (1, 2) e Andrea Securo (3,2)
1) Istituto di Scienze Polari CNR; 2) Società Meteorologica Alpino-Adriatica; 3) Università Cà Foscari, Venezia
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