Stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante
Rete Osservatori Storici Meteorologici Italiani - ROSMI
A cura di Renato R. Colucci
Lat. 45°42'31.6" N - Long. 13°45'53.8" E Gr. - 1°18'45.4" E M.M. Roma
Altezza 276 m s.l.m.m. - Distanza dal mare in linea d'aria 2800 m​​
Immagini della stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante collocata sul prato antistante il centro visite della Grotta Gigante. In evidenza in particolare gli Stevenson Screen in legno verniciato di bianco per l'alloggiamento della strumenazione.
​​Nel giardino del comprensorio turistico della Grotta Gigante, sorge la storica stazione meteorologica dell’omonimo borgo carsico. L’impianto della strumentazione avvenne nel corso del 1966 ed il sito osservativo, che inizia ufficialmente la sua raccolta dati il primo gennaio 1967, rappresenta l’unica serie di dati meteorologici omogenea e continua che, per la zona del Carso triestino, copra un arco temporale climatologico superiore a quello minimo standard definito dalla WMO .
La stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante ha proseguito a funzionare in questi anni grazie al prezioso interessamento della Commissione Grotte “E. Boegan” (CGEB) della Società Alpina delle Giulie (SAG) che ha saputo raccogliere l’eredità lasciata da chi negli anni ’60 mise le fondamenta al progetto.
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Nel corso del 1966 Fabio Forti, aiutato dal Prof. Giuseppe Nangeroni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che contribuì con strumenti messi a disposizione dall’ente, pensò di installare una capanna per misurazioni meteorologiche esterne che servisse da “strumento” di confronto alle pionieristiche indagini di meteorologia ipogea che venivano condotte in quegli anni presso la stessa Grotta Gigante e la vicina Grotta Doria
Vista invernale della stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante dopo le copiose nevicate di fine dicembre 2005 che hanno portato il manto nevoso a superare i 30 cm al suolo.
Assieme a lui collaborava Tullio Tommasini, che seguì poi la strumentazione fino al 1976. Entrambi furono coadiuvati nell’opera dal noto meteorologo triestino Silvio Polli, autore peraltro delle prime tre uscite del Bollettino annuale.
Dopo Tommasini fu Fulvio Gasparo, socio CGEB, a proseguire la preziosa opera di raccolta, controllo ed organizzazione dei dati per la stesura dei bollettini annuali, affiancato nell’opera, a partire dagli anni ’90, da Roberto Zorzenon e dal 1995 anche da Renato R. Colucci. Dal 1998 la conduzione del sito osservativo è affidata a Renato R. Colucci.
Non si può non menzionare il preziosissimo contributo portato negli anni da tutti gli osservatori: Arceo Escher, custode della Grotta Gigante, che ebbe l’incarico delle osservazioni giornaliere e del controllo della strumentazione fino al 1987; Bruno Pegan, Mauro Godina e Giuliano Godina, guide turistiche della cavità, che fin dai primi anni affiancarono l’operato di Escher e continuarono poi le osservazioni dopo il 1987; infine altre guide che, per brevi periodi, da sempre contribuiscono alla preziosa raccolta dati ed alla corretta conduzione della stazione. Tra questi, Fulvio Forti ha preziosamente coadiuvato Colucci nella raccolta giornaliera dei dati e nella manutenzione del sito fino al giugno 2024. Alcune guide turistiche della Grotta Gigante, opportunamente formate, continuano a collaborare al controllo della strumentazione ed alla raccolta dei dati giornalieri di controllo.
Grazie al lavoro di tutti, oggi la stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante eredita un patrimonio scientifico di grande valore, costituito da un archivio di dati meteorologici di valenza fondamentale per la conoscenza climatica del Carso e per una migliore comprensione e valutazione dei rapidi cambiamenti ambientali a cui stiamo assistendo. Per tutti questi motivi, dal 2024 la stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante è inserita nella Rete degli Osservatori Storici Meteorologici Italiani (ROSMI).
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Dotazione strumentale e filosofia di gestione
La peculiarità della stazione è quella di mantenere attiva ancora oggi, a fianco delle moderne centraline di acquisizione automatica, la parte strumentale meccanica tradizionale. Questo fattore distingue il sito osservativo da una classica stazione meteorologica, permettendo di classificarlo come Osservatorio Climatologico.
Per la maggior parte dei parametri osservati funzionano infatti almeno 2 strumenti in parallelo (meccanico-analogico e digitale) in un'ottica di raccolta dei dati che deve garantire la continuazione e l'omogeneità della serie storica. In questo modo si limita al minimo la possibilità di perdita di informazioni in caso di malfunzionamenti della parte hardware, di avarie strumentali o di problemi di natura elettrica.
L’affiancamento della strumentazione automatica digitale, avvenuto nel corso del 2007, si inserisce nel processo di riqualificazione del centro accoglienza visitatori della Grotta Gigante ed ha visto l’installazione delle centraline di acquisizione, la realizzazione delle facilities elettriche e strutturali, e l’implementazione sensoristica di nuova generazione. Fondamentale in questo senso la realizzazione della “sala meteo”, locale dedicato alla sistemazione dei supporti hardware e delle centraline di acquisizione, del barometro torricelliano di controllo con canna da 1 m, della logistica e dell’intero archivio cartaceo dei dati storici.
Il progetto, da lungo auspicato, si è reso possibile grazie anche ad una convenzione scientifica instaurata con l’Osservatorio Meteorologico dell’ARPA-FVG in seno al progetto Interreg ADRIAMET (ora non più attivo) correlato ai progetti METEORISK e Interreg FORALPS.
Il sito di Borgo Grotta Gigante è entrato così a far parte anche della rete meteorologica regionale del Friuli Venezia Giulia, e si inserisce ora nella rete europea transfrontaliera volta al monitoraggio e alla raccolta dati per la prevenzione dei fenomeni di “Local Severe Weather” e per lo studio delle dinamiche atmosferiche nella Regione Alpina. E’ attiva inoltre una collaborazione con la Società Meteorologica Alpino-Adriatica per la gestione della strumentazione meccanica, la raccolta e l’archiviazione dei dati e per la stesura del bollettino, pubblicato da sempre come supplemento della rivista scientifica Atti e Memorie della CGEB.
Fino al 2010 il sito ha ospitato una stazione termo-pluviometrica per conto del Servizio Idraulica della Direzione Centrale dell’Ambiente della Regione Friuli Venezia Giulia (ex Istituto idrografico e mareografico nazionale) mentre parte della strumentazione elettronica afferisce ora alla Rete idro-nivo-meteoclimatica della Protezione Civile della Regione FVG.
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La stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante subito dopo la ristrutturazione del Centro visite della Grotta Gigante nel 2007 (a sinistra) e la sala meteo dove ha sede l'archivio storico e sono collocate la centralina di acquisizione ed il barometro torricelliano.
Posizionamento geografico e caratterizzazione climatica
Il sito osservativo, a seconda della situazione meteorologica, è più o meno separato dall’influenza climatica del Mare Adriatico a causa del pur modesto rilievo marginale dell’altopiano carsico.
ll terreno circostante presenta un aspetto tipicamente carsico, ricco di depressioni, doline, affioramenti calcarei e grotte. Negli ultimi decenni la vegetazione circostante è però molto cresciuta, come in tutto il resto del Carso, modificando alcuni aspetti microclimatici dell'intero altopiano. Bisogna ricordare che fino alla prima metà del '900 le specie arboree d'alto fusto erano molto scarse e la landa era il paesaggio predominante. Ora invece sono i boschi misti a pino nero, roverella, carpino ed orniello ad essere subentrati alla landa, e non di rado si trovano aghifoglie di 10-15 metri di altezza e cedui di 8-10 metri.
Nel corso del 2007 è stato condotto, in collaborazione con il CNR e l’OSMER-ARPA, uno studio statistico-climatologico volto a caratterizzare i valori normali del clima della zona centrale del Carso che ha permesso di aggiornare la climatologia del sito per alcuni dei parametri meteorologici raccolti al trentennio di riferimento 1971-2000. L’iniziativa è stata finanziata dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Tramite il progetto ADRIAMET del PIC Interreg IIIA Transfrontaliero Adriatico. Alcuni di questi dati sono riassunti in tabella T e in tabella P
Alla luce dei dati raccolti e dall’analisi delle serie decennali, il clima della zona di BGG, secondo la classificazione del Koeppen, è del tipo mesotermico temperato umido semicontinentale. Il clima del Carso centrale è caratterizzato da una elevata stagionalità tipica della sua latitudine.
La temperatura minima scende al di sotto dello zero mediamente per 59 giorni all’anno nel semestre invernale, mentre supera i 30°C 20 volte nel corso dell’estate. Gli estremi si sono avuti nell’inverno 1981-1982 (82 giorni sotto lo zero) e nella eccezionale estate del 2003 (61 giornate sopra i 30°C). Complessivamente l’escursione termica annua normale tra la temperatura minima e massima assolute è di 42°C (estremi annui normali -8.0 / 33.9 °C). La temperatura minima assoluta di -14.9°C è stata registrata il 14 gennaio 1968, la temperatura massima assoluta di 38.8°C il 5 agosto 2017. Il mese più freddo è di norma gennaio con una media mensile di 3.3 °C (-0.6°C la media mensile del gennaio 1985), mentre quello più caldo è agosto con 21.9°C (26.0°C la media mensile dell’agosto 2003).​
Tabella T - valori medi ed estremi della temperatura dell'aria a Borgo Grotta Gigante nel periodo 1971-2000
Le precipitazioni, di norma ben distribuite nel corso dell’anno, presentano due massimi (novembre e giugno, rispettivamente con 142 e 130 mm) e due minimi (febbraio e luglio con 72 ed 83 mm). I 1340 mm totali sono distribuiti su 132 giorni di precipitazioni nel corso dell’anno di cui 99 con quantitativi superiori ad 1 mm; 7 i giorni nevosi.
Tabella P - valori medi normali delle precipitazioni a Borgo Grotta Gigante nel periodo 1971-2000
Durante il periodo invernale, a seconda della situazione meteorologica, la zona è interessata a più riprese dal vento di Bora (ENE) e dallo Scirocco (SE). Nel primo caso il secco e freddo vento continentale può persistere anche per diversi giorni consecutivi e raggiungere o superare agevolmente i 100 km/h di raffica, mentre lo scirocco porta condizioni decisamente più miti ed accompagnate da piogge intermittenti. Le variazioni termiche, anche per questi motivi, possono essere rilevanti e piuttosto repentine.
Non mancano, e sono più comuni e persistenti di quanto si sia portati a credere, i lunghi periodi di calma invernale con formazione di inversioni termiche e nebbie che interessano però maggiormente la parte più litoranea del Carso e la costa.
Durante l’estate predominano le brezze; in particolare quella marina diurna (direzione di provenienza W-SW) è in grado di penetrare per diversi chilometri all’interno dell’altopiano mitigando le temperature massime nelle ore centrali delle giornate, mentre quella di terra notturna (direzione E-SE) è tipicamente meno sostenuta ed interessa maggiormente la zona più litoranea del rilievo carsico.
Inversione termica sulla città e sul Golfo di Trieste vista dal Carso. Foto Renato R. Colucci