Stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante - Osservatorio climatologico del Carso
Lat. 45°42'31.6" N
Long. 13°45'53.8" E Gr. - 1°18'45.4" E M.M. Roma
Altezza 276 m s.l.m.m.
Distanza minima dal mare 2800 m
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Nel giardino del comprensorio turistico della Grotta Gigante, sorge la storica stazione meteorologica dell’omonimo borgo carsico. L’impianto della strumentazione avvenne nel corso del 1966 ed il sito osservativo, che inizia ufficialmente la sua raccolta dati il primo gennaio 1967, rappresenta l’unica serie di dati meteorologici omogenea e continua che, per la zona del Carso triestino, copra un arco temporale climatologico superiore a quello minimo standard definito dalla WMO .
La stazione meteorologica di Borgo Grotta Gigante ha proseguito a funzionare in questi anni grazie al prezioso interessamento della Commissione Grotte “E. Boegan” (CGEB) che ha saputo raccogliere l’eredità lasciata da chi negli anni ’60 mise le fondamenta al progetto.
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Nel corso del 1966 Fabio Forti, aiutato dal Prof. Nangeroni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR – www.cnr.it) che contribuì con strumenti messi a disposizione dall’ente, pensò di installare una capanna per misurazioni meteorologiche esterne che servisse da “strumento” di confronto alle pionieristiche indagini di meteorologia ipogea che venivano condotte in quegli anni presso la stessa Grotta Gigante e la vicina Grotta Doria
Assieme a lui collaborava Tullio Tommasini, che seguì poi la strumentazione fino al 1976. Entrambi furono coadiuvati nell’opera dal noto meteorologo triestino Silvio Polli, autore peraltro delle prime tre uscite del Bollettino annuale.
Dopo Tommasini fu Fulvio Gasparo, socio CGEB, a proseguire la preziosa opera di raccolta, controllo ed organizzazione dei dati per la stesura dei bollettini annuali, affiancato nell’opera, a partire dagli anni ’90, da Roberto Zorzenon. Dal 1998 la conduzione del sito osservativo è affidata allo scrivente.
Non si può non menzionare il preziosissimo contributo portato negli anni da tutti gli osservatori: Alceo Escher, custode della Grotta Gigante, che ebbe l’incarico delle osservazioni giornaliere e del controllo della strumentazione fino al 1987; Bruno Pegan, Mauro Godina e Giuliano Godina, guide turistiche della cavità, che fin dai primi anni affiancarono l’operato di Escher e continuarono poi le osservazioni dopo il 1987; infine altre guide che, per brevi periodi, da sempre contribuiscono alla preziosa raccolta dati ed alla corretta conduzione della stazione.
Grazie al lavoro di tutti, oggi ci troviamo ad ereditare un patrimonio scientifico di grande valore, costituito da un archivio di dati meteorologici di valenza fondamentale per la conoscenza climatica del Carso e per una migliore comprensione e valutazione dei rapidi cambiamenti ambientali a cui stiamo assistendo.